"Quando la realtà è dominata dall'arroganza, quando l'uomo perde la bussola dei valori, la poesia gli ricorda la ricchezza e la diversità della sua esistenza. Quando il potere corrompe, la poesia purifica."
Queste parole vennero pronunciate da John Fitzgerald Kennedy in un discorso tenuto nel 1963 all'Amherst College.
E' un 'espressione che cade a pennello per rappresentare l'impostazione di fondo di questo denso libro poetico di Gian Genta che raccoglie liriche scritte tra il 2002 ed il 2004. Il libro ha un sottotitolo che ,a prima vista, sembrerebbe minimalistico: "Immagini e cose di provincia". Così non è; infatti proprio dalla provincia si coglie, come da un osservatorio privilegiato, una visuale non deformata e genuina della realtà. Kant visse per tutta la vita a Konigsberg senza mai muoversi dal paese natio eppure nel suo pensiero colse ed interpretò l'infinità dell'universo. La poesia di Genta, spesso intrisa di realtà ligustica, si spinge al di là della "finitudine" provinciale; diventa antidoto all'arroganza ed alla superficialità e dimostra quanto siano grandi le possibilità meditative dell'io. Nella poesia di Genta colpisce il tono riflessivo, introspettivo, di dialogo interiore. E' poesia intensamente soggettiva, lirica. Questa non è una sensazione riduttiva, perché la realtà, nella sua particolare individualità, viene assorbita e rivestita da una seria razionalità creativa e tradotta in una dimensione oggettiva utile alla riflessione di ciascuno di noi e rappresentativa della condizione umana. Per raggiungere questo risultato Genta ha scelto la via espressiva dell'aforisma, di un discorso stilisticamente prosciugato che elimina gli eccessi verbali e si cadenza nella parola-immagine, efficace nella sua assoluta sinteticità. Una impostazione formale di tal genere consente un risalto notevole ai temi che Genta da sempre preferisce che sono quelli lontani da ogni forma di crepuscolarismo e di evasione fantastica nell'Arcadia.
Domina un realismo etico che è occasione di riflessione come se l'anima del poeta diventasse specchio del mondo e monade. I temi più notevoli che polarizzano l'attenzione del poeta sono il prepotente richiamo all'ambiente ligure (Celle Ligure, Isallo, Montenotte, L'altopiano delle Manie, Cadibona, Cimavalle Parco dell'Adelasia, Malpasso) ed il senso degli affetti amicali nonché le considerazioni sulla condizione umana. Nel paesaggio di Genta non vi è nulla di calligrafico: c'è l'intimo recupero di una radice nativa sentita come occasione, eticamente ecologica, di una palingenesi spirituale. Genta partendo da questo tema ,esprime il fondo etico della sua vocazione poetica condensandolo in una satira della vita di relazione ,in una vis polemica contro un mondo ipocrita, insincero , privo di genuinità e schiavo di pseudovalori. Risulta evidente in molte poesie (anche quelle che hanno un andamento cantabile fondato su ripetizioni foniche) l'analisi delle contraddizioni del mondo in cui viviamo, la crisi di una società in cui conta di più l'avere e l'apparire dell'essere. Per questo quella di Genta è poesia "sociale" e "politica" (intendendo questo ultimo aggettivo nel senso greco del termine) da centellinare ed assaporare nel tempo. Elias Canetti scrisse che "leggere ciò che ci riguarda ci fa diventare altri , diversi." Conoscere gli altri è saggezza, ma conoscere se stessi è saggezza maggiore. La poesia di Genta ci aiuta in questo cammino perché ci avvia verso l'unica saggezza che possiamo sperare di conquistare in breve, modificandoci interiormente: quella dell'umiltà. Nella sua poetica Aristotele sosteneva con decisione che "la poesia è più filosofica e di più alto valore della storia". I documenti spesso rimangono freddi reperti su cui la ragione con tranquillità sviluppa i suoi esercizi interpretativi. La poesia è realtà emozionale, palpitante che ci porta in primo piano il valore integrale dell'uomo nella piccola e grande storia, nell'ambiente e nelle frontiere in cui è coinvolto. Questa è la ricchezza poetica e la sensazione che il libro di Genta ci comunica. E' un invito a riconquistare la nostra dignità , come si cita in alcuni suoi versi
Non hai bisogno di parlare,
per migliorare il tuo egoismo
scrivi le parole che hai dentro
scriviti e rileggiti
il primo è un modo di essere
il secondo un modo di esistere.